Opere

Renzo Tubaro

Tubaro e l'arte sacra

Tubaro, artista schivo e riservato, non sentì la carica di rivendicazione sociale del neorealismo: nel 1951 partecipò a Udine alla “Mostra del Lavoro in bianco e nero”, promossa dall’Unione Sindacale Artisti Friulani, con l’opera “Donne al fuso” ma, per quanto si è potuto appurare, non aderì ad altre analoghe iniziative. Tuttavia le tematiche sociali entrarono, indirettamente, anche nelle sue opere. Tubaro inserì figure nelle quali i fedeli potevano identificarsi e ambientazioni tratte dalla vita quotidiana dei ceti popolari. Ripropose in più opere la raffigurazione della Sacra Famiglia ritratta in umili ambienti domestici, i cui componenti apparivano accomunati alle fatiche terrene dei fedeli; nel suo repertorio iconografico inserì nuovi soggetti quali Gesù divino lavoratore e San Giuseppe artigiano, la cui festa venne proclamata nel 1955 da Pio XII.

Tubaro rimase lontano dalle innovazioni più radicali, promulgate anche nell’arte sacra dalle correnti d’avanguardia, italiane e straniere, oggetto di dibattito sulle pagine della rivista Arte sacra, che circolava anche negli ambienti ecclesiastici friulani, edita dall’Istituto Beato Angelico di Milano. Partecipò a mostre d’arte sacra a carattere nazionale e aderì alle rassegne locali promosse dalla Face, associazione di artisti cattolici costituitasi nel 1943.
Con i suoi affreschi Tubaro contribuì alla difficile opera di rinnovamento dell’arte sacra le cui diverse componenti artistiche attendono una graduale storicizzazione.

Va ricordata l’opera di difesa dei cicli di San Daniele e Rizzolo: troppo recenti per essere sottoposti al vincolo di tutela, rischiarono la distruzione al momento dei lavori di ripristino degli edifici danneggiati dal terremoto. Le comunità parrocchiali ne hanno rivendicato con lungimiranza il mantenimento: gli affreschi di Tubaro sono sentiti e considerati patrimonio d’arte e di fede di quelle comunità.

(Franca Merluzzi - Centro regionale di catalogazione e restauro dei beni culturali Villa Manin di Passariano)


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