Opere

Renzo Tubaro

San Daniele del Friuli

SAN DANIELE DEL FRIULI
Santuario della Beata Vergine di Strada
pareti prospicienti l’altare: Evangelisti;
volte: Visitazione, Adorazione dei pastori, Gesù fra i dottori del tempio, Sacra Famiglia nella bottega di Nazareth; Assunzione, Maria incoronata dalla Santissima Trinità, Angeli musicanti e osannanti
parete sinistra dietro l’altare: Nozze di Cana; parete di fondo: Annunciazione; parete destra: Figure bibliche (Debora, Giuditta ed Ester)
esecuzione 1953 - 1954
firmato “Tubaro Renzo 1953” (nella scena Gesù fra i dottori)
restauri 1993-‘94

Il ciclo pittorico decora l’intero vano absidale in cui è collocato l’altare barocco, in marmo bianco con l’immagine attribuita a Pellegrino da San Daniele. Con tinte vivaci Tubaro dipinse nelle pareti e negli spicchi delle volte episodi della vita di Maria, a cui la chiesa è intitolata. Ai particolari architettonici dell’abside si aggiungono quelli illusori e scenografici ideati dall’artista codroipese che colloca le figure entro nicchie, lungo gradinate, su piedestalli, con scorci dal basso come su palchi di “sacra rappresentazione” (D.Virgili, 1954). Di particolare rilievo risulta la vasta scena, di circa 50 mq, delle Nozze di Cana, dipinta nella parete dietro l’altare, sopra gli stalli lignei, a un’altezza di 3,40 circa dal pavimento.
Il convivio viene proiettato ancora più in alto: in primo piano un bimbo spinge un cane lungo l’imponente gradinata con balaustre; ai lati sono inseriti due gustosi episodi con servitori che travasano il vino e una coppia di suonatori in costume tradizionale; sullo sfondo un’architettura assai semplificata. Tra i commensali è ritratto, in atteggiamento pensoso, don Onorato Lorenzon, cappellano della chiesa al momento dell’esecuzione degli affreschi; alle sue spalle sbuca un personaggio che ha le sembianze di Tubaro stesso.

Come risulta dal libro storico, il primo contatto con il pittore ebbe luogo il 13 marzo 1953. Don Onorato Lorenzon si fece promotore e committente del ciclo di dipinti la cui realizzazione fu da lui puntualmente descritta in una relazione riportata nel libro storico del santuario.
Si apprende così che nel giugno ’53 la Commissione Diocesana d’Arte Sacra approvò il bozzetto di Tubaro per l’esecuzione di un ciclo di affreschi imperniato sui misteri mariani e sul ruolo preminente avuto dalla Madre di Dio nella storia della salvezza (R.Tosoratti, p. 56). Un primo bozzetto, consegnato a maggio, con scene bibliche relative alle figure femminili prefigurazioni di Maria, era stato respinto probabilmente perché il tema venne considerato di difficile comprensione per i fedeli. Dal primo bozzetto il pittore trasse tuttavia le tre raffigurazioni di Debora, Giuditta ed Ester che dipinse sulle pareti del coro.
Il cantiere si aprì nel luglio del 1953: fu innalzata l’armatura, demolito l’intonaco vecchio e applicato, secondo le indicazioni del pittore, quello nuovo. Tubaro dipinse fino al cinque dicembre di quell’anno; dopo l’interruzione invernale, riprese i lavori nell’aprile 1954 e proseguì fino a metà luglio. Come specificò il pittore stesso (1994), per l’esecuzione delle figure utilizzò sempre i cartoni a eccezione di alcune scene (Nozze di Cana, Annunciazione e tre, non meglio specificate, “lunette sopra il cornicione”) le quali furono realizzate direttamente dopo aver tracciato con il pennello la sinopia sull’arriccio.

I cartoni, eseguiti a grandezza naturale e posizionati sull’intonaco fresco, gli permettevano di tracciare col chiodo i contorni delle figure più agevolmente dello spolvero la cui traccia, a suo dire, appariva troppo labile e destinata a sparire nel corso del lavoro. Tra i cartoni conservati dall’artista sono stati individuati quelli relativi all’Assunta e all’Incoronazione, eseguiti a carboncino con segno marcato e deciso. In essi si notano anche alcuni segni convenzionali ricorrenti che servivano all’artista per visualizzare, sull’intonaco, i punti di riferimento e le linee verticali e orizzontali delle inquadrature. L’esecuzione dei cartoni fu preceduta da studi a sanguigna e da bozzetti a tempera, alcuni dei quali sono entrati a far parte di collezioni private di Udine e Martignacco. A Codroipo si conserva quello che fu probabilmente il cartone per il leone dell’evangelista Marco.

La solenne presentazione degli affreschi alla comunità di San Daniele fu effettuata l’otto settembre 1954 nella ricorrenza della Natività di Maria. L’avvenimento, considerato il più importante dell’anno mariano in Friuli, attirò l’attenzione anche della stampa locale che espresse giudizi positivi nei confronti dell’opera di Tubaro. Per Carlo Mutinelli (1954), che del pittore fu un estimatore fin dagli esordi, questo ciclo costituisce una tappa fondamentale della sua attività artistica: Tubaro affrontò il lavoro, impegnativo per la vastità delle superfici e l’importanza del tema, “con coraggio, tenacia, e serietà di intenti”. Da quando l’artista si era rivolto all’arte sacra, così difficile da trattare, era subentrata alla facile improvvisazione - rilevò ancora Mutinelli - la meditazione e lo studio dei classici. Inoltre, pur rimanendo fedele all’iconografia tradizionale, in ogni singolo episodio inserì particolari nuovi e originali "si' da innervare nella tradizione dell’arte religiosa accenti di accetta modernità che vivificano e rendono attuali i sacri temi".
Non poteva sfuggire ai fedeli "l’umanità" delle figure e "l’umiltà del lavoro casalingo del legno e della lana" (D.Virgili, 1954) a cui è intenta la Sacra Famiglia. Qui è la Vergine stessa intenta a filare e in questa curiosa raffigurazione si coglie un riferimento al lavoro femminile della società tradizionale friulana; nell’ambientazione del “presepio”, che è quella umile di un fienile, alla vita contadina così come nella bottega di Nazareth all’attività artigianale.

Cristo giovinetto, esile fanciullo vestito di bianco tra i dottori del tempio, viene ritratto anche intento a lavorare al banchetto del falegname, con il grembiule del garzone accanto a San Giuseppe. Gesù divino lavoratore e San Giuseppe artigiano erano temi diffusi nell’iconografia sacra italiana di quegli anni e nello stesso tempo costituiscono un riferimento biografico poiché Tubaro proviene da una famiglia codroipese di artigiani del legno.

I sismi del 1976 provocarono danni alle strutture murarie e alle pitture che presentavano, come risulta dalla documentazione fotografica, numerose fenditure e qualche caduta di colore per l’esposizione a infiltrazioni d’acqua dal tetto. Per consentire il ripristino murario, si rese necessario lo stacco di alcune parti affrescate, poi riapplicate e reinserite nella collocazione originale. Dalla documentazione fotografica realizzata da Ermete Cargnelutti, si deduce che si effettuò lo stacco dei due servi che travasano il vino nelle anfore delle Nozze di Cana, di due figure della scena Gesù fra i dottori con la firma del pittore e la data 1953, dell’evangelista Matteo e della lunetta al di sotto dell’Assunta. Altri interventi furono la pulitura, il consolidamento, l’integrazione delle lacune. I lavori furono effettuati nel 1993-94 dalla ditta Restauri e decorazioni di Seravalli & C. di Gemona. Un rapporto di intesa e di collaborazione si stabilì tra l’artista e Giovanni Seravalli, il restauratore che eseguì gran parte dei lavori di integrazione pittorica. L’inaugurazione del santuario con le pitture restaurate ebbe luogo nel settembre 1994, esattamente a quarant’anni dalla loro esecuzione.

(Franca Merluzzi)

Bibliografia in ordine cronologico


Bibl.: Libro storico, APSD, all’anno 1953, pp. 23-26; all’anno 1954, pp. 31-45.
Gli affreschi di Renzo Tubaro in S.ta Maria di Strada a S.Daniele del Friuli, Mutinelli Carlo, Quaderni della Face, 4 (1954), pp 2,4;
I nuovi affreschi di Renzo Tubaro in Santa Maria di Strada a San Daniele, Mutinelli Carlo, in "Messaggero Veneto", 9 settembre 1954;
Volti locali e fogge contemporanee negli affreschi di Tubaro a San Daniele, Virgili Dino, in "Il Gazzettino", 26 novembre 1954;
L'arte a San Daniele del Friuli, in San Daniele del Friuli nella storia e nell'arte, Mutinelli Carlo, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1958, p. 29;
San Daniele: due Natività a confronto, in "Comunità Viva. Bollettino Parrocchiale di San Daniele del Friuli, dicembre 1976, pag.3;
Civiltà del Friuli centro collinare, Schede per le illustrazioni, in Gian Carlo Menis e Bros Luciana, Pordenone, Grafiche editoriali Artistiche Pordenonesi, 1984, n. 154;
S.Daniele del Friuli. Nuova Guida Storico - Turistica, a cura di Remigio Tosoratti , Fagagna, Tabacco Ed., Graphis, 1986, pp. 54, 56;
Friuli-Venezia Giulia. Guida artistica, a cura di Bergamini Giuseppe, Associazione fra le Pro Loco del Friuli Venezia Giulia/Istituto Geografico De Agostini, Udine 1990, pp.337-338;
A San Daniele le mie migliori energie. Il pittore Tubaro racconta la genesi degli affreschi del Santuario, Tubaro Renzo, in "Comunità viva", Numero speciale "Madonna di Strada". Inaugurazione del Santuario ripristinato", Pieve di S.Michele Arcangelo in San Daniele del Friuli, 1994, settembre, p. 7