Biografia

Renzo Tubaro

Nel dopoguerra...

Nel dopoguerra Renzo Tubaro solve l’obbligo militare, quindi ritorna definitivamente in Friuli. Le opere, come il carteggio personale, testimoniano tuttavia la riservatezza con cui egli vive il clima artistico friulano. Viene talora incoraggiato verso soluzioni più accese. L’amico Pasolini segue e appoggia, a volte sprona il pittore; "l’architetto Marcello D’Olivo voleva portarmi verso la civiltà delle macchine" dichiara lo stesso Tubaro in una intervista nel 1986.
L’artista tuttavia mai si distacca dai presupposti pittorici che avevano alimentato la sua formazione e che conducono a una pittura senza impazienze, timorosa dell’effimero, nutrita e sostenuta da una alta quanto riconosciuta perizia tecnica. Numerose opere di artisti friulani e veneti sono comunque presenti nella collezione privata del pittore a testimoniare gli scambi e le relazioni di stima e amicizia che Tubaro con essi intrattiene. Rimangono anche i ritratti che sono realizzati vicendevolmente tra l’artista, Nino Za (Giuseppe Zanini, Milano 1906, Roma, 1996) e Pellis (Giovanni Napoleone Pellis, Ciconicco di Fagagna 1888, Valbruna - UD - 1962), del quale si conservano alcuni scritti autografi (Lettera del 1956 [Ascolta], Lettera del 1958 [Ascolta]) che concorrono all'interessante carteggio conservato nell'archivio Tubaro.

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